Moltitudine e Libertà

DIRITTO A UN SALARIO SOCIALE / REDDDITO GARANTITO

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La moltitudine prende possesso del tempo costruendo nuove forme di temporalità che si manifestano nelle trasformazioni del lavoro.
La comprensione di come vengono costruite queste nuove forme di temporalità ci permetterà di capire in che senso la moltitudine possiede la potenza di coerentizzare la sua azione come una vera tendenza politica.
Le nuove temporalità della produzione biopolitica non possono essere intese avvalendosi delle concezioni tradizionali del tempo. 
Nell’era della globalizzazione vengono superati i concetti tradizionali di tempo come unità di misura legata alla essenzialmente ai precedenti sistemi produttivi, alla fabbrica.
Nella postmodernità, il tempo non è più determinato da una misura trascendente e da alcun "a priori": il tempo concerne direttamente l'esistenza. 
Considerato dalla nostra prospettiva, il trascendentalismo della temporalità viene distrutto soprattutto dal fatto che risulta ormai impossibile misurare il lavoro, sia per convenzione sia mediante un calcolo. 
Il tempo viene interamente restituito all'esistenza collettiva e riportato all'interno della cooperazione della moltitudine.
Attraverso la cooperazione, l'esistenza collettiva e le reti comunicative formate e incessantemente ricostituite dalla moltitudine, ci si riappropria del tempo sul piano di immanenza. 
Il tempo non è più dato a priori, bensì porta l'impronta dell'azione collettiva.
La nuova fenomenologia del lavoro della moltitudine mostra che il lavoro è l'attività creativa fondamentale la quale, con la cooperazione, supera qualsiasi ostacolo che le viene imposto e, con ciò, ricrea continuamente il mondo.
L'attività della moltitudine è il tempo oltre misura.
Il tempo può essere allora definito come l'incommensurabilità del movimento tra un prima e un dopo, un processo costitutivo di natura immanente.
I processi costitutivi del mondo reale si dispiegano nei movimenti collettivi della cooperazione, attraverso le nuove fabbriche intessute tra di loro dalla produzione della soggettività. In questo sorgere di nuovi sistemi produttivi  appare il nuovo proletariato come potere costituente.
E' un "nuovo proletariato" e non una "nuova classe operaia industriale".
La distinzione è fondamentale. Come abbiamo già detto, «proletariato» è il concetto che comprende tutti coloro il cui lavoro è sfruttato dal capitale, l'intera moltitudine cooperante. Nella produzione biopolitica della globalizzazione il plusvalore viene prodotto non più soltanto nelle fabbriche, ma in tutti i rapporti sociali tra individui, nel corso di tutto il tempo della vita. Il capitale si appropria della soggettività, dei rapporti sociali, dei linguaggi, dei codici, della cultura, di tutto ciò che,  immediatamente “comune”, è prodotto dagli individui, e lo privatizza.
La classe operaia industriale rappresentava un momento soltanto "parziale" nella storia del proletariato e delle sue rivoluzioni, e cioè nel periodo in cui il capitale era ancora in grado di ridurre il valore alla misura. 
In quel periodo, era come se solo i salariati fossero produttivi mentre tutti gli altri segmenti del lavoro risultavano meramente riproduttivi o improduttivi.
Nel contesto biopolitico della globalizzazione, la produzione del capitale converge sempre più con la produzione e la riproduzione del sociale; in queste condizioni, è sempre più difficile conservare le differenze tra lavoro produttivo, riproduttivo e improduttivo.
Il lavoro - materiale o immateriale, intellettuale o corporeo - produce e riproduce la vita sociale in un processo sfruttato dal capitale. Questo grande panorama della produzione biopolitica ci permette di abbracciare l'intera generalità del concetto di proletariato.
Nel contesto biopolitico, la indistinzione progressiva tra produzione e riproduzione mette ancora una volta in evidenza l'incommensurabilità tra tempo e valore.
Dato che il lavoro si muove ormai al di fuori dei muri delle fabbriche, è sempre più difficile mantenere la finzione della misura della giornata lavorativa e, quindi, separare il tempo della produzione da quello della riproduzione o il tempo di lavoro dal tempo libero.
 Non ci sono degli orologi da posizionare sul terreno della produzione biopolitica: in tutta la sua generalità, il proletariato produce ovunque e per tutto il tempo.
La generalità della produzione biopolitica evidenzia una seconda istanza politica programmatica della moltitudine: "un salario sociale e un reddito garantito per tutti".
 Il salario sociale si oppone, innanzi tutto, al salario familiare, un'arma fondamentale della divisione sessuale del lavoro, con la quale il salario pagato al lavoro produttivo del maschio lavoratore doveva pagare anche il lavoro riproduttivo non salariato della moglie e delle persone a carico della famiglia. Il salario familiare manteneva la famiglia saldamente nelle mani del maschio percettore del salario e perpetuava una rigida e falsa distinzione tra lavoro produttivo e non produttivo. Con la caduta di quella distinzione, cade anche la legittimazione del salario familiare.
Il salario sociale, ben oltre la cerchia familiare, riguarda l'intera moltitudine - e cioè anche coloro che non sono occupati - poiché è l'intera moltitudine a produrre e la sua produzione è necessaria al capitale sociale complessivo. 
Nel passaggio alla postmodernità e alla produzione biopolitica, la forza lavoro è diventata sempre più collettiva e sociale.
Dal momento che il lavoro non può più essere individualizzato e misurato, non è nemmeno più possibile sostenere il vecchio slogan «paga uguale per lavoro uguale».
La richiesta di un salario sociale estende a tutta la popolazione la domanda che tutta l'attività necessaria per la produzione del capitale sia riconosciuta con un'uguale ricompensa, in modo tale che il salario sociale divenga, effettivamente, reddito garantito. Una volta che la cittadinanza è stata estesa a tutti, possiamo definire questo reddito garantito un reddito di cittadinanza dovuto a ciascuno in quanto membro della società.
Potenza contro potere - Libertà contro comando - Valore d'uso contro valore di scambio