Moltitudine e Libertà

Spinoza, il fondatore della democrazia moderna.

Casella di testo: Spinoza con il suo Trattato Politico fonda il concetto moderno di democrazia.
Tale concetto non trae origine dal concetto di democrazia come era inteso dai greci e dai latini, infatti presso di loro la libertà era riferita soltanto ai cittadini della polis e non  ha tutti, non alla moltitudine. 
Nel pensiero politico più recente la democrazia ha ancora una forma limitata, viene concepita non come esercizio diretto del potere politico, ma sulla base del popolo, che è parte della moltitudine, e con il trasferimento della sovranità e con l’alienazione del  diritto naturale dei singoli.
Nel pensiero di Spinoza l’universalità umana è invece parte integrante del concetto di democrazia, di moltitudine e di libertà. La libertà è una virtù, cioè una perfezione e per questo motivo ciò che è all’uomo motivo di impotenza non può essere riferito alla sua libertà.
Con la crisi del potere medievale basato su una fonte di diritto trascendente e divina, gli stati moderni rifondano il potere sempre su concetti metafisici, questa volta trascendentali, criticando il potere della ragione, relativizzando l’esperienza e negando ed annullando qualsiasi istanza assoluta nella vita umana, bloccando la rivoluzione democratica dell’umanesimo. Il potere si presenta come garante della pace sociale spoliando gli individui dei loro diritti e poteri. 
Il potere doveva evitare che la moltitudine venisse concepita come la concepiva Spinoza, come forza costituente assolutamente democratica.
“Quella teorizzata da Spinoza (…) non è una democrazia che copra e mistifichi i rapporti di produzione, e che legittimi i rapporti politici esistenti  -  è una democrazia che nello sviluppo delle potenzialità individuali fonda un fare collettivo e, da questo fare collettivo, costituisce rapporti politici e immediatamente libera dalla schiavitù dei rapporti di produzione. Formando il mondo, la potenza degli individui forma anche il mondo sociale e politico. Non v’è bisogno di alienare questa potenza per costruire il collettivo - il collettivo e lo Stato vengono costituendosi sullo sviluppo delle potenze. La democrazia è la fondazione del politico”.
Potenza del singolo e della moltitudine, potenza dinamica e costituente, forza eversiva e dinamica contro il potere che vuole subordinare la moltitudine, l’intelligenza, la libertà e la potenza stessa. L’uomo, sia che segua la sua cupiditas, sia che segua la sua ragione, non agisce che secondo le regole della natura, secondo il diritto universale della natura: la potenza.
Le religione è assolutamente inadeguata a controllare le passioni, la forza appropriativa del singolo, essa le può dominare solo in punto di morte quando esse sono domate dalla malattia, oppure in chiesa, ossia fuori del rapporto umano diretto. Ugualmente la ragione è impotente contro le passioni. 
La teoria di Spinoza è una fisica politica, non v’è posto per la dialettica, ma solo per un negativo comunque possibile, che non è sinonimo di degradazione. Il negativo fa parte dell’essere ed è lo spazio da occupare a partire dalla positività. La contingenza è l’avvenire, è l’indefinito che la prassi appropriativa, l’attività umana come potenza libera, integra all’infinito positivo.
Spinoza risolve tutte le contraddizioni ed aporìe del pensiero medievale riguardo il rapporto materia-forma, uno-molteplice. Dio è cosa estesa,  Dio è cosa pensante: l’unificazione degli attributi di Dio, idea e materia,  pone prima le premesse per un mondo che non è più gerarchico (l’idea non è superiore alla materia), poi le condizioni per la valutazione massima ed irriducibile della materialità con la possibilità di un processo di costituzione dell’essere a partire dalle singolarità degli oggetti, dei modi. 
Il modo è il mondo ed è Dio. Non è pensabile un Dio trascendente. La sostanza infinita è spalmata sulla singolarità infinita, l’assolutezza della Sostanza è nella singolarità infinita e libera.  Il  Dio-Sostanza è infinito e materiale: è l’esistente, è il modo, è l’universo stesso.
La potenza della sostanza infinita è nelle cose e queste non sono mediate da alcunché ma semplicemente si pongono in un immediato rapporto di produzione della sostanza, dell’essere, del mondo.
Le singolarità, il modo, il mondo materiale è un dato immediato che si impone immediatamente, senza mediazioni, e l’uomo è unità di Mente e di Corpo. L’oggetto costituente la Mente umana è il Corpo, la conoscenza del corpo è assolutamente fisica. La corporeità, l’oggetto è fondante e l’idea del corpo è costituente.
Libertà e necessità non si contraddicono: le leggi universali e necessarie del mondo sono il fondamento ontologico della libertà dell’uomo e la libertà è l’essenza pratica della sua mente in quanto capacità di costruire il mondo, l’essere.
Non esistono attributi della sostanza infinita mediatori verso di essa, non esiste possibilità di fissare il rapporto di produzione indipendentemente dalla forza produttiva come mistificano le teorie borghesi. La potenza del mondo, delle singolarità, è la stessa potenza della sostanza infinita.
Spinoza distrugge le teorie escogitate da Hobbes e da Rousseau per  traslare il concetto di forza produttiva in quello di rapporto di produzione, in obbligazione, e nega la distinzione tra società civile e Stato impiegata come espediente in funzione di una mediazione delle forze produttive per imporre il comando di un rapporto di sfruttamento: teorie basate sul feticismo della forza produttiva, sulla mistificazione del valore che privatizza la realtà dell’estrazione del plusvalore.
La teoria borghese infatti duplica ed ipostatizza la realtà in un insieme giuridico e politico nel quale assolutizza leggi economiche e rapporti di produzione costruendo su di essi lo Stato. In Hegel è addirittura lo Stato a produrre la società civile.
Spinoza invece fonda la democrazia moderna, in quanto la società è inerente all’essere, inteso come fisicità e materialità, ed è costituita dall’essere e nell’essere, e nulla può sostituirsi al meccanismo collettivo e costituente della moltitudine.
La moltitudine, con il suo processo di autocostituzione,  è concepita in diretta ed immediata relazione con la divinità e la natura, come forza produttiva etica della vita e del mondo, senza necessità di mediazioni. Gli esseri umani  possono determinare immediatamente la loro libertà nell’essere, nel mondo, con la loro volontà e conoscenza assoluta.
L’umanità amplifica il potenziale naturale di immediatezza e violenza del singolo, ma contemporaneamente interpreta anche la tensione costitutiva e positiva dell’essere verso la perfezione. I soggetti a partire dal naturale antagonismo iniziano la costituzione del corpo politico e giuridico.
Spinoza imposta il problema del male, ed il problema per combatterlo, diversamente dalla posizione pessimistica di molta antropologia politica che non ne spiega la genesi considerandolo come parte immutabile della natura umana e pretesto per le forme di potere dittatoriali.
Il male è una forma corrotta dell’amore, se l’amore non precedesse il male non vi sarebbe nulla. Le tensione della vita per la vita, l’attitudine intrinseca di ogni corpo a conservarsi, poggia sul desiderio che si esplica nell’amore e che a sua volta si attua nella ragione.
Non c’è alcuna negazione dell’essere in questo movimento, nessuna negazione della natura umana,  ma bensì solo progressiva accumulazione di potenzialità umane. Il processo è immediatamente politico e costitutivo della società, la tensione verso la libertà e verso il comune è la base della vita.
Il desiderio mette in moto la costituzione del comune  e l’amore consolida le sue istituzioni.       Il male è una corruzione del comune, è ciò che ostacola il comune.
L’antagonismo dei singoli è costitutivo, l’autonomia del singoli si placa nel rapporto con gli altri soggetti. Gli antagonismi sono spostati con la nuova dimensione collettiva che aumenta la potenze dei singoli e il loro diritto sulla natura. Il singolo non rinuncia al suo potere, ma lo disloca alla collettività, che agisce come una forza unica in base al consenso ed al continuo controllo democratico.
Dall’essere, in termini fisici e corporali, emana continuamente in termini collettivi un nuovo reale, dalle innumerevoli azioni fisiche di ciascun essere. 
L’amore unisce gli esseri diversi e riproduce collettivamente la loro essenza singola. Nessuno esisterebbe se non fosse parte di questa comunità, di questa moltitudine di corpi e atomi diversi.
“Visto allora che il timore della solitudine è radicato in tutti gli uomini poiché nessuno, da solo, ha forze sufficienti per difendersi e potersi procurare tutto quanto è necessario alla vita, ne segue che gli uomini aspirano naturalmente allo stato civile, né può accadere che essi lo distruggano interamente” (B. Spinoza, Trattato politico).
Diritto e non legge, potenza e non potere.
Il diritto civile è connesso indissolubilmente alla moltitudine e annulla contemporaneamente il diritto naturale inteso come trascendenza del valore della legge. Il diritto spinoziano è inteso come insieme di norme  che la moltitudine organizza all’interno del suo processo costitutivo.
La teoria positivista e legalista borghese invece  mistifica ciò e pretende di annullare il fare collettivo e costituente nella storia della moltitudine. 
Spinoza critica la mistificazione borghese del trasferimento trascendentale del diritto naturale dai singoli ad un’entità superiore, critica il concetto borghese di genesi del potere, critica il concetto di ragion di stato. Il potere e la sovranità sono invece espressione della potenza collettiva e costituente della moltitudine, e riflettono il livello della potenza della moltitudine organizzata.
La moltitudine è la premessa positiva per la costituzione del diritto.
La moltitudine è diventata un’essenza produttiva, il diritto civile è la potenza della moltitudine, e tale diritto civile stabilisce il giusto e l’ingiusto.
La libertà fonda la pace e il buon governo. Essa è non solo libertà di pensiero, ma espansività del corpo, sotto tutti i punti di vista,  forza di riproduzione e conservazione come moltitudine. 
La pace e la regolamentazione interna tra antagonismi sono basate sul consenso che si organizza in Repubblica.

Casella di testo: Spinoza: Scienza e liberazione dell’uomo.

L’anomalia filosofica di Spinoza consiste nell’irriducibilità del suo pensiero al razionalismo ed empirismo moderni, teorie rivolte alla trascendenza, come insieme di concetti che replicano in una sfera ideale la realtà concreta, teorie funzionali alla legittimazione del potere della borghesia e alla sua funzione.

Spinoza opera una critica distruttiva dello schema di omologia dell’assoluto, mettendone in luce le insanabili contraddizioni, specie per quanto riguarda il finalismo della molteplicità,  qualora non venga interamente rivoluzionato il suo concetto.

La sua filosofia costitutiva ed il suo progetto di trasformazione della realtà è la soluzione alle insanabili contraddizioni della filosofia borghese e della relativa mistificazione del mondo, volte a coprire rapporti di classe  e l’appropriazione connessa al profitto ed all’economia di mercato.

La ricostruzione del mondo è il processo della continua composizione fisica delle cose, e su questa natura si innestano i meccanismi costitutivi della natura storica, pratica, etica e politica.
Il meccanicismo di Spinoza nega ogni possibilità alla pensabilità di un mondo che non sia concepito come emergenza singolare, piatta e superficiale dell’essere, del concreto.
Dio è la cosa e la molteplicità, coincide con il reale, con le singolarità e nulla è dato al di fuori di esse, in senso trascendente.

Il processo costitutivo accumula dunque l’essere qualitativamente e quantitativamente, occupando sempre nuovi spazi. 
Non si ha processo dialettico in quanto il reale non conosce il vuoto, il negativo.
Non si ha processo dialettico in quanto non si ha sublimazione verso l’alto, verso concetti trascendenti che annullano e negano la potenza e le libertà dei singoli e sono sinonimi di mistificazione e legittimazione del potere.

Materialismo e collettivismo sono aspetti fondamentali del pensiero costitutivo. Non è possibile una costituzione ontologica, dell’essere, che non sia appropriazione ed accumulazione di elementi materiali, sia fisici che sociali.

In Spinoza la scienza significa costruttività, libertà ed innovazione. Essa non è in alcun modo teleologicamente o teologicamente condizionata.

Se il capitalismo fosse una forza storica assoluta che produce organizzazione e gerarchia e che impone la produzione nella forma del profitto, allora la scienza sarebbe teleologicamente condizionata e connessa ai meccanismi di dominio sociale.
La modernità del pensiero spinoziano si basa invece proprio sulla critica dell’omologabilità di scienza e potere, della legittimazione che la scienza offre al potere, come comando, gerarchia e ricchezza.

La filosofia dell’avvenire di Spinoza anticipa la crisi epocale del rapporto tra scienza e capitalismo e nell’ambito del suo pensiero costitutivo fonda le basi di una scienza volta alla liberazione dell’uomo.

La vastità del progetto di liberazione è connesso alla dimensione etico-politica della scienza.

Il progetto di liberazione democratico della moltitudine, il suo movimento ontologico e costitutivo, pone la scienza come essenza non finalizzata, ma come accumulazione di atti di liberazione. Scienza non come seconda natura, non come atto conoscitivo, ma come atto di appropriazione, un’appropriazione non individuale, ma collettiva, non come potere, ma come potenza, forza eversiva e costitutiva della moltitudine.

Spinoza da nuovo vigore e coerenza al problema della filosofia moderna, cioè la conquista del mondo e la liberazione dell’uomo criticando le contraddizioni e i dualismi delle teorie borghesi sempre ispirate al trascendentalismo.
Egli ci svela il mondo come il campo di un a gioiosa costruzione dei bisogni immediatamente umani, mentre nell’idealismo l’amore per la verità, dissociandosi dalla passione per l’essere reale, sfocia nella mistificazione dei rapporti di classe e gerarchici esistenti e nella continua soggezione degli individui al potere esistente.
Potenza contro potere - Libertà contro comando - Valore d'uso contro valore di scambio